Prima fra tutte quella di avere come base produttiva aziende molto piccole i cui vigneti, spesso, presentano molteplici vitigni specie autoctoni (Avanà, Becuet, Chatus, Doux d’Henry, etc). La cantina è stata rilevata dalla Vignaioli Piemontesi, la più grande organizzazione di produttori vitivinicoli d’Italia: 41 cantine cooperative e 397 aziende individuali per un totale di 850.000 ettolitri, corrispondenti al 30% del vino piemontese. La scommessa è di dare un futuro all’agricoltura di queste valli montane, custodendo e rinnovando la tradizione del territorio e garantendo un reddito dignitoso a chi ha scelto di rimanere a coltivare la vigna.