Un buon bicchier di vino è un piacere che coinvolge tutti i nostri sensi: la vista, l’olfatto, il gusto, il tatto (sulla lingua) e infine l’udito.
La temperatura di servizio è molto importante per poter assaporare al meglio le caratteristiche di ogni vino. A tempo debito si dovrà quindi prelevare la bottiglia da bere dalla cantina e riferirsi a questo semplice specchietto riassuntivo che riporta le temperature consigliate di servizio:
- Vini bianchi secchi leggeri: 8-10° C
- Vini bianchi secchi maturi: 10-12° C
- Spumanti: 8-10° C
- Vini rosati e novelli: 10-14° C
- Vini rossi giovani: 14-16° C
- Vini rossi invecchiati: 16-18° C
- Vini dolci: 8-10° C
- Vini passiti e liquorosi: 8-18° C
Per raffreddare una bottiglia di Spumante, ancora a temperatura ambiente al momento del servizio, è da preferire il procedimento classico che consiste nell’immergere la bottiglia in un apposito secchiello (seau à glace) riempito per un terzo con acqua, cui si aggiunge ghiaccio ed una manciata di sale che avrà la funzione di favorirne lo scioglimento e quindi un più rapido raffreddamento. La bottiglia sarà pronta per il servizio in una ventina di minuti.
Per stappare una bottiglia di vino, si consiglia di evitare i cavatappi troppo complicati, più belli da vedere che pratici da usare e preferire quelli classici da sommelier, meglio se a “doppia leva” (a due stadi), poco ingombranti e funzionali. Dopo avere inciso il cercine, nervatura in cima al collo della bottiglia, in senso orizzontale, procedere allo stesso modo in senso verticale e liberare la capsula di stagnola. Inserire quindi, dopo aver eventualmente ripulito la sommità del tappo con uno straccio, il “verme”(spirale) nel tappo, procedendo con delicatezza in modo da non oltrepassare il tappo con la conseguente caduta di pezzetti di sughero nel vino. Si usa la prima leva, il primo stadio del cavatappi, e arrivati a fine corsa, si procede in maniera identica con il secondo stadio, che permetterà la liberazione del tappo con una leggera rotazione finale, evitando scrupolosamente il poco elegante “botto”.
Per aprire una bottiglia di Spumante, con il tappo a fungo, procedere attentamente seguendo le indicazioni riportate di seguito, in quanto la pressione interna alla bottiglia (possiamo arrivare a 6/7 atmosfere) potrebbe risultare pericolosa se non si è padroni della situazione. Pertanto, liberare il tappo dalla stagnola usando l’apposita linguetta o incidendo col coltellino del cavatappi come illustrato in precedenza per una bottiglia normale. Iniziare quindi a ruotare l’occhiello per liberare la gabbietta avendo cura, da questo momento, di non lasciare mai libero il tappo ma assicurandolo con il pollice della mano libera. Una volta liberata la gabbietta e la relativa capsula, inclinare la bottiglia e, tenendo saldo il tappo, farla ruotare fino alla rimozione del medesimo evitando accuratamente, come già suggerito, il “botto”. Nel caso di tappi particolarmente resistenti, le apposite pinze saranno un provvidenziale ausilio.
Ricordarsi inoltre di aprire almeno un’ora prima del pasto le bottiglie d’annata ed eventualmente di decantarle, cioè versarne il contenuto in un’apposita caraffa che favorirà l’ossigenazione e la liberazione del bouquet. Infine sarà d’uopo usare sempre il bicchiere adatto per ogni vino, per esaltarne le fragranze, i profumi, traendone così il massimo piacere sin dall’esame olfattivo del contenuto. Difatti, anche al di fuori delle rigorose sedute di degustazione, per apprezzare al meglio un nettare, oltre all’esame gustativo, quello visivo ed olfattivo sono un preambolo necessario ed insostituibile per un completo coinvolgimento sensoriale.
Rammentiamo, quindi, che un buon bicchier di vino è un piacere che coinvolge tutti i nostri sensi.
- la vista, in primis, ci permetterà di cogliere la limpidezza e le varie sfumature di colore nonché la presenza e l’importanza degli archetti dovuti principalmente all’alcool, alla glicerina e agli zuccheri presenti nel vino;
- l’olfatto, ci farà percepire tutta una gamma di sensazioni odorose direttamente attraverso il naso oppure dalla cavità orale;
- il gusto, coinvolgendo più sensi in un’esplosione di mille percezioni nel nostro palato, ci permetterà di apprezzare le sostanze presenti nel vino. Queste stimoleranno i nostri organi di senso provocando delle sensazioni che, elaborate ed abbinate alla nostra esperienza ed alla nostra memoria, provocheranno una percezione che ci permetterà di individuare il sapore (dolce, acido, salato e amaro) o l’odore (per via retronasale). Ognuno di noi racchiude infatti un bagaglio personale insostituibile di esperienze sensoriali che cresce di degustazione in degustazione;
- il tatto, sulla lingua, ci farà individuare il tannino, la sensazione di lingua impastata, rugosa ma anche percepire il calore dell’alcool e le “bollicine” degli Spumanti;
- ed infine l’udito, l’udito?…I puristi si discostano da quest’ultima voce, ma è d’uopo rilevare che nei vini spumanti, in religioso silenzio, è possibile udire il lieve gorgoglio delle bollicine che salgono nella flûte, senza aggiungere alcuna sensazione organolettica ma un ulteriore piccolo piacere ricavato dal vino che sarà completato dal rituale del brindisi con il rintocco dei bicchieri che si sfiorano ed il tintinnio del vetro o del cristallo, dando inizio alla libagione.